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19/11/2005 11:11 | |
Ciao Antonella,
ho ricevuto il tuo sms giorni addietro e purtroppo ho dimenticato di risponderti, e di ciò faccio pubblica ammenda.
Sono contento che anche tu sia presente su questo forum in mezzo a questa banda di "sfigati".
Già sfigati, perchè nessuno non può ritenersi tale dopo quello che abbiamo subito.
Ma se siamo stati sfigati, ciò non vuol dire che siamo stati piegati dalla malasorte, e la tua storia ne è un esempio.
Non è certamente facile ricostruirsi interiormente dopo un trauma del genere, ma esserci riuscita rappresenta il miglior esempio del perchè il destino ci ha lasciato ancora molti anni da vivere.
Da laico, non credente ma dubbiosamente curioso in materia, più volte mi sono interrogato sul perchè, dopo essere stato investito in pieno da camionista folle ed aver fatto un volo di oltre trecento metri, sono ancora qui ad aver voglia di vivere.
Nessuno può negare che vivere senza un braccio, riuscire tutte le santissime mattine ad allacciarsi le scarpe e fare il nodo alla cravatta meglio di come lo facevo con due mani, sopportare i dolori da deafferentazione nel bel mezzo di una discussione con i clienti o i magistrati in udienza, sia un lampante esempio di cosa voglia dire aver "voglia di vivere".
Il tuo esempio, il mio e quello di tutti noi in questo forum ha un senso, e se questo senso, come credo, deve essere trovato su questa terra e non nel cielo sopra la nostra testa, ritengo che sia quello di manifestare agli altri, quelli "normali" e quelli "sfigati", che le ragioni per alzarsi tutte le mattine e vivere la nostra vita al meglio delle nostre capacità sono dentro di noi, dentro il nostro amore per la vita e per chi ci sta intorno.
Come ho sempre sostenuto, pur maledicendo quotidianamente chi mi ha costretto a vivere in questo modo, io il 16 settembre del 2000 non ho perso un bracio, ma ho guadagnato tutto il resto.
A presto.
Pietro
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