Ciao a tutti, scrivo per dirvi che per me non è facile reputarmi handicappato.
Esserlo non significa non capire più un cazzo, che la cosa sia così evidente da dover far rattristare gli altri,da fargli dire "scusa hai bisogno di una mano?" ma secondo me sono svantaggiato rispetto alle persone "normali", non riesco ancora ad alzare quella bacinella per terra piena d'acqua mi è quasi impossibile piantare un chiodo, se la manica del braccio buono è tirata su non riesco a scenderla e quanti piccoli esempi verrebbero fuori a pensare alla vita "normale".
Quindi sono "speciale" così come la mia patente, diversamente abile ma tanto abile da far da mangiare e riuscirci abbastanza bene (ma le patate non riesco a sbucciarle)infine detta a parole crude handicappato e cioè "incapace a provvedere da sè alle normali necessità della vita" anche se poi si cerca di non far pesare la situazione domandando aiuto veramente solo quando non ce la fai.
Quando mi sono svegliato dal coma, a Negrar, mi veniva detto in continuazione "sei fortunato almeno tu cammini e non sei immobile in un letto(e ce n'erano tanti)parli, ti fai capire" è vero adesso mi reputo realmente un fortunato non sono morto cammino, parlo, mi incazzo, sorrido, studio ma reputarmi normale "speciale, disabile" o come si voglia dire questo no non ce la faccio a dirlo.
Adesso basta questo è uno sfogo non me ne vogliate e la situazione vale "SOLO" per il sottoscritto e non voglio dire che i plessolesi sono handicappati anzi.........
Però quel tagliandino ce lo dovrebbero dare senza tante storie anche perchè alla fine chi reputa se ne abbiamo diritto non si mette nei nostri panni non cerca di capire che portare la spesa, o i cartoni, o il bambino piccolo in braccio e l'ombrello se piove questo no non lo fanno anche perchè noi non ne abbiamo bisogno (del tagliandino).
Ciao Giuliano