Ciao a tutti ,
ho aperto questo post per condividere con tutti i risultati della visita informativa che abbiamo effettuato presso la Scuola Sant'Anna insieme al Dott. Nigi e a Malex.
Un pò di tempo fa andò in onda , durante una puntata di Superquark , un servizio su questo istituto dove venivano svolte ricerche riguardanti le protesi bioniche d'arto superiore comandate da impulsi cerebrali (
www.youtube.com/watch?v=wMSp8bXeOIE ) .Da qui è nata la ricerca per un contatto diretto con questi ricercatori al fine di capire le possibili future applicazioni. Naturalmente questa è una via da esplorare parallelamente alla ricerca sulle staminali in campo scientifico.
E' bene premettere che la visita , in forma “ristretta” con pochi visitatori , è stata fatta per verificare l’effettivo interesse ed applicabilità da parte nostra e la loro disponibilità. Allargare a tutti l’invito in prima battuta voleva dire rischiare di far fare , in alcuni casi , anche centinaia di Km per poi avere risultati non sperati.
La visita è stata decisamente molto interessante ed istruttiva nonostante , come immaginavamo , ci siano al momento scarse possibilità di applicazione per il “nostro problema”.
L’accoglienza è stata decisamente ottima e dopo un caffè per rompere il ghiaccio abbiamo iniziato a parlare del servizio andato in onda su Rai1 all’interno di SuperQuark e del nostro interesse per questo tipo di applicazione.
Le problematiche connesse infatti sono molte : si va dal disturbo del segnale da processare, proveniente direttamente dal cervello, alla sua complessità , fino ad arrivare a problemi fisiologicamente più pratici che riguardano la durata (1-2 anni max) dei connettori da installare nella corteccia cerebrale. Naturalmente come faceva notare il Dott. Nigi , dire ad un paziente che gli si deve aprire il cranio ogni 1-2 anni è un po’ difficile. Questo tipo di applicazione , con la trasmissione del solo segnale dal cervello è ancora molto acerba e pare che ci vorranno , a detta dei ricercatori , ancora un bel po’ di anni prima di vedere qualche risultato “per l’utenza”.
L’attenzione si è poi spostata sulle protesi “sostitutive” d’arto ed esoscheletri , attualmente da loro sperimentate (tipo quelle delDARPA americano (
www.youtube.com/watch?v=X1OBzc9QfIs ) con la connessione cavi direttamente sulle terminazioni nervose disponibili: ad esempio su un soggetto amputato vengono riutilizzate le terminazioni nervose disponibili in prossimità dell’amputazione o raggiungibili e ragionevolmente utilizzabili. Questo naturalmente , per paralisi di plesso complete , non sarebbe una strada percorribile perché a noi manca , come sappiamo bene , proprio quel “passaggio” del segnale a causa dell’avulsione alla radice o rottura dei nervi.
Durante la visita e la piacevole conversazione con questi due ricercatori ed il Dott Nigi, abbiamo parlato anche della eventuale possibilità (tutta da vedere , discutere e verificare) di utilizzare il segnale proveniente da un altro muscolo per azionare la protesi bionica : connettere il cavo della protesi al nervo del pettorale se utilizzabile , per esempio , e processare il segnale di contrazione come rotazione del polso.
Anche questa soluzione quindi ha una serie di problematiche connesse e di non facile soluzione :
· Una protesi sostitutiva non è utilizzabile perché prevederebbe l’asportazione dell’arto esistente (aggiunta di problema etico-psicologico)
· Una protesi sostitutiva avrebbe comunque l’incognita del segnale da processare , come sopra esposto , su soggetti con paralisi di plesso
· Una protesi di tipo esoscheletrica sarebbe di difficile applicazione a causa dei pesi e degli ingombri (doppi).
Alla luce di quanto sopra , pare purtroppo che questa strada sia di difficile percorribilità attualmente e che le nostre speranze , nel breve termine , debbano essere riposte nella ricerca scientifica sul materiale “uomo” , grazie a nuove tecniche , cellule staminali , etc…..
Giusto come nota extra e per fare un po’ di sana polemica costruttiva , contate che questi ricercatori (tutti ragazzi più o meno di 30 anni e anche più giovani) sopravvivono grazie alle assegnazioni Europee e lavorano a contratto rinnovabile annuale…………con i soldi che ricevono dallo Stato Italiano , ci pagano giusto le bollette della luce………Mi immagino che la ricerca in tutti i campi , da quello medico a quello tecnologico , goda della medesima salute……….non proseguo con ulteriori commenti perché potrebbero risultare poco costruttivi e fuori argomento……
Comunque , nonostante quanto sopra scritto , questi ricercatori si sono resi disponibili per eventuali ulteriori incontri qualora qualcuno tra noi fosse interessato a visite presso la Scuola Sant’Anna.
Scusate la lunghezza di quanto scritto ma volevo essere il più esauriente possibile.
Chiamatemi senza problemi se interessati ad avere ulteriori informazioni.
Non ci resta che fare il "tifo" affinchè questi ricercatori trovino una soluzione in tempi utili per poterne godere se la ricerca sulle staminali non desse una risposta soddisfacente.
Ciao
Luca S.