Ciao a tutti…
Mi chiamo Silvia, ho 35 anni, sono felicemente sposata da 12 anni e ho 2 bimbe.
Vorrei raccontarvi la mia storia perché penso possa essere d’aiuto…
All’età di 13 anni riesco ad ottenere la prima uscita senza “genitori al seguito” e vado con il gruppo dell’ACR ad un campo estivo in località Entracque (CN); era il 1° luglio del 1986.
Dovendo appendere dei festoni al tetto della tenda adibita a refettorio, salgo su di un seggiolino da campeggio, ma questo aihmè si rompe. Io, per non cadere, ho pensato bene di abbracciarmi ad uno degli angolari che essendo tagliente mi taglia sotto l’ascella sx provocandomi la lesione di tutto il plesso (tutti i nervi, più vasi sanguigni compresa l’arteria). Vengo portata d’urgenza al’Ospedale Santa Croce di CN dove mi operano per salvarmi la vita, ma non si interessano alla lesione nervosa. Dopo 15 gg vengo dimessa, con il consiglio di andare dal Dott Brunelli, ma a volte nella vita le cose non succedono per caso…
Infatti rientrata a casa un mio cugino dottore mi mette in contatto con il Dott. Cama del Gaslini il quale a sua volta mi presenta alla Dott. sa Gremmo (fisiatra). Entrambi mi consigliano una visita dal Prof. Millesi a Vienna. Così nell’ottobre del 1986 vengo visitata ed in seguito operata proprio dal Prof. Millesi. Fin da subito mi illustra chiaramente che potrò recuperare l’uso della mano, ma MAI l’uso delle singole dita; e comunque tutto questo a distanza di vari anni.
L’operazione è stata praticamente un innesto di nervi prelevati dal polpaccio e trapiantati sotto l’ascella.
A distanza di un anno, dopo un’intensa fisioterapia (tutti i giorni massoterapia e fisioterapia per circa 2 ore), visite mensili dal Prof. Millesi, riesco a muovere il bicipite e dall’elettromiografia si evince che anche il tricipite è innervato.
Continuo con la fisioterapia giornaliera per anni, fino al 1992, quando il Prof. Millesi giudicando il mio recupero funzionale più che buono (muovevo l’avambraccio ed il polso) mi propone un ulteriore intervento alla mano per permettermi l’apertura corretta delle dita. In effetti io riuscivo a fare il pugno, ma se la riaprivo avevo la mano a “ragno”. Acconsento all’intervento di trasposizione tendinea e a luglio del 1992 vengo nuovamente operata. Segue un necessario periodo di fisioterapia ed elettrostimolazione concentrato sulla mano ed ad oggi riesco a fare quasi tutto. Non riesco ancora, però, a muovere singolarmente le dita ( mi era stato detto), ma io non mollo e cerco/spero di trovare sempre qualcosa che mi permetta, anche con un’ulteriore intervento, di poter ritornare a suonare il piano che ho dovuto abbandonare dopo 9 anni di studi.
Un mese fa ho fatto ancora una piccola operazione di artrodesi per bloccare la falange distale del III dito, che piengadosi mi limitava l’uso di tutta la mano; ora con la falange bloccata in posizione dritta va tutto quanto meglio.
Ancora oggi, a distanza di 22 anni dall’incidente, mi sottopongo a cicli di fisioterapia che mi aiutano a tenere in forza di “muscoletti” della mia manina che è rimasta all’età di 13 anni!!!
Inoltre, in tutti questi anni ho avuto altri piccoli problemi derivati dall’immobilità prolungata del braccio, ma non ho mai mollato.
E’ questo il messaggio che vi voglio passare, NON mollate mai, ragazzi!
La strada di un plessoleso è tutta una ripida salita, ma se la si affronta a muso duro senza darsi per vinti si riesce ad arrivare in cima, con fatica, ma si arriva e si pianta la bandiera del vincitore!!!