Voglio rendervi partecipi di ció che ultimamente occupa i miei pensieri.
Allora, dopo 18 anni dall'intervento, ieri sono stato da Morelli per una visita: mi interessava sapere se sono state sviluppate nuove soluzioni per migliorare la funzionalitá del braccio (in particolare per la spalla).
In pratica, mi ha detto, nulla di nuovo (almeno per quello che interesserebbe a me).
Gli interventi che si fanno, in caso di avulsione, sono (come giá molti sanno): sutura diretta sugli intercostali, trasposizione del trapezio, prelievo di un muscolo dalla gamba che va a sostiture il bicipite, collegando il nervo alla radice sana dalla parte opposta.
Il problema nel mio caso sono i 18 anni trascorsi dall'intervento al plesso, per cui il mio trapezio risulta impoverito e sicuramente meno estensibile di un trapezio normale, oltre che avere una leggere lussazione cronica dell'omero, quindi (ammesso che si riesca a tirarlo fino all'omero) poi si potrebbe peggiorare la stabilitá della spalla, che comunque non é il massimo.
Inoltre, sempre nel mio caso, si andrebbe a modificare una situazione di adattamento all'handicap che si é consolidata in questi anni e non é detto che ció porti ad un miglioramento, in generale.
Questo a livello di valutazioni iniziali.
Poi, lui mi ha detto, molte volte siamo noi (medici) ad imparare dai pazienti, che cercano sempre qualcosa di piú.
Cmq, a conclusione, lui, pur disponibile a farlo, non mi consiglierebbe di affrontare l'intervento.
Io, se da un lato mi piacerebbe alzare il braccio di piú (comunque sarebbe solo in laterale, da quel che ho capito), dall'altro lato bene o male riesco a fare quasi tutto, ed ho una stabilitá della spalla abbastanza soddisfacente (per me) quindi non credo di essere disposto a correre dei rischi.
Non so...
É una decisione dura...
Ah, riguardo alla trasposizione del trapezio ho trovato
QUESTO