A proposito di persone che rifiutano la nostra "realtà", caro Fabio non sempre sono quelle "totalmente ignoranti come le scarpe" a mancarci di rispetto.
Ti racconto l'ultima che mi è capitata.
Un paio di settimane fa mi trovavo in udienza con un presidente di sezione di un Tribunale calabrese, e la fretta mattutina non mi aveva consentito di perdere i soliti 15 minuti per annodarmi la cravatta.
Ad un tratto il presidente, che mi conosce e sa delle mie difficoltà, si volta verso di me, interrompendomi, e con fare ironico mi dice "mi complimento per la sua cravatta".
Per mia fortuna sono ormai abituato a padroneggiare lo stupidario umano, per cui lo ringrazio e gli rispondo "se le interessa le fornisco l'indirizzo del rivenditore".
Ti risparmio il seguito, fatto di repliche piccate e di richieste (da parte mia) di scuse da formalizzare.
Morale dell'evento.
L'ignoranza sul nostro deficit è diffusa a tutti i livelli, ragion per cui bene facciamo a costituire l'associazione, non solo per aiutare noi, i nostri familiari, le persone che ci stanno vicino, ma soprattutto per aiutare gli altri, quelli "normali" che non capiscono, nè si sforzano di capire.
Gli ostacoli maggiori al nostro reinserimento sono frapposti soprattutto da medici ignoranti e da burocrati ottusi, nei confronti dei quali non sempre paga la moneta dell'ironia o del sarcasmo.
Ci vuole un'azione di alfabetizzazione in merito alla nostra patologia ed ai deficit ad essa correlati, unica azione che può consentire di superare le varie resistenze mentali.
Un abbraccio.
P.S.: uno speciale ringraziamento a Patrizia, per la passione che mette nelle sue ricerche, perchè rompere i marroni il più delle volte è salutare